Un Convegno annuale sulle castagne vorrà essere un occasione utile di incontro, di confronto e di approfondimento sui temi connessi ai nostri castagneti, un tempo portatori di tanto benessere, un momento importante che ci permette di sensibilizzare tutti su un argomento essenziale e di estrema attualità, sempre. Il castagno è, senza dubbio, una delle specie agrarie e forestali più antiche. Già Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis historia” ne fa una descrizione , elencandone le principali razze, come pure Virgilio nelle sue “Bucoliche”, e precisamente nella prima e settima, lo descrive come un albero ben coltivato, le cui foglie venivano considerate come giaciglio e le castagne frutto di pregio, in seguito queste venivano chiamate “pane d’albero” e “albero della vita”: in effetti costituivano, fino a non molto tempo fa, una risorsa insostituibile per i proprietari dei castagneti e per i poveri del paese che, nei momenti più difficili, risolvevano così il problema dei pasti giornalieri, cibo infine per il bestiame delle campagne e per gli animali selvatici. Grimaldi era abbastanza noto per i suoi castagneti che ne caratterizzavano il territorio anche con una ben visibile produzione di castagne nelle proprietà di Folle e Monte, Arioscavi, Visciglietto e, benché in misura minore, tante altre: era comunque una delle attività più importanti e uno dei prodotti principali dell’alimentazione locale.
Oggi conosciamo tutti la crisi della castanicoltura, dovuta prima al cancro della corteccia e poi all’attualissima Vespe cinese o cinipede galligeno. Di questo problema ci vogliamo fare carico nel discuterne i vari aspetti, ecco perché il tema fisso potrebbe essere: “c’eranu ‘na vota ‘e castagne”.
Al Convegno farà seguito, nel centro storico del paese, una festa gastronomica per riscoprire prodotti tipici, per fare ritrovare la gente, mangiare qualcosa assieme degustando piatti unici nel loro genere; il tutto accompagnato da ottimo vino e da tanta buona musica, in una combinazione di gastronomia e cultura.
Anche le tradizioni popolari hanno radici culturali.